Mi persi nel baratro di quegli occhi mutanti
come un dipinto di Monet
che immortala l’emozione
nella semplicità di un gesto.
Non vi era ora in cui,
non potessi apprezzare un semplice bagliore
di luci e ombre su quel viso,
ed era come se l’anima del mondo
dipingesse il mio sorriso.
Impressionista di un istante
che mi toccava il cuore.
Romantica, come una notte stellata sul Rodano
fatta di sogni e malinconiche speranze di un folle
che subisce inesorabilmente
l’ancestrale fascino emanato dal firmamento.
Bella e dannata,
come chi ha saputo spogliare l’anima
tra le sinuosità di un segno
e in quel cenno imprimere la passione
che inesorabilmente gli ardeva dentro.
E così mi persi…
Nel baratro di quegli occhi mutanti
come un’opera d’arte incompiuta,
perché finirla,
avrebbe comportato il non amarla.
Nel baratro di quegli occhi
